È passato oltre un anno dall’entrata in vigore del Freedom of Information Act (FOIA), avvenuta il 23 dicembre 2016. La nuova normativa ha fatto risalire l’Italia nella classifiche mondiali relative alla libertà di stampa e all’accesso ai dati pubblici. A pochi mesi dall’attuazione del FOIA, il primo report condotto dall’associazione Diritto di Sapere è stato però intitolato “Ignoranza di Stato”: su 800 richieste inoltrate, infatti, il 73% non avevano ottenuto risposta.
Eppure il numero di richieste di accesso all’informazione e trattate sta aumentando: secondo il monitoraggio compiuto dal Ministero della Pubblica Amministrazione a settembre 2017 si registra sia un aumento delle istanze inoltrate (18,1%) che di quelle effettivamente trattate dalle amministrazioni locali (21,7%) rispetto al primo trimestre.
Grazie al FOIA sono stati realizzati reportage sui regali di rappresentanza, il gioco d’azzardo e la copertura vaccinale. E non solo i giornalisti stanno utilizzando questo strumento: secondo il monitoraggio compiuto dall’associazione Riparte il Futuro quasi il 70% delle richieste sarebbero state inoltrate dalla società civile.
Per favorire la partecipazione dei cittadini, sono nati anche strumenti come FOIApop, in grado di guidare l’utente tra gli open data esistenti e aiutarlo nella compilazione di una richiesta di accesso.
Ma quali sono gli strumenti in grado di aiutare le pubbliche amministrazioni nella risposta alle richieste di accesso? Come facilitare il reperimento delle informazioni contenute all’interno dei documenti?
A questo scopo è nata la piattaforma SemplicePA, un motore di ricerca semantico che consente di estrarre informazioni dagli atti amministrativi e favorire la loro consultazione, non solo quando sono relativi a diversi procedimenti, ma anche quando sono pubblicati da enti diversi.
SemplicePA può sostenere il lavoro delle pubbliche amministrazioni fornendo informazioni su aziende, persone, associazioni e gare d’appalto anche a partire da codici fiscali, partite iva, identificativi di gara e di progetto. Grazie all’analisi linguistica compiuta sui testi dei documenti, SemplicePA riesce a rendere strutturati dati che per loro natura non lo sono come quelli testuali, valorizzando la conoscenza contenuta all’interno dei documenti e favorendone così la condivisione.